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Parola d’ordine: un’arte per l’infanzia

Parola d’ordine: un’arte per l’infanzia Intervista a Dario Moretti della cooperativa Teatro all’Improvviso di Mantova

Categorie: Le nostre storie, Culturale e creativo, Spettacolo Tags: Teatro per ragazzi,   Dario Moretti,   Teatro all'improvviso,   Mantova 2016,   Petite ballade pour peu,   International children's right festival,   Festival Ô 4 Vents,   Ministero beni e attività culturali,   Festivaletteratura

Il Teatro all’improvviso , realtà riconosciuta dal Ministero dei beni e delle attività culturali, nasce nel 1978 e diventa cooperativa a partire dagli anni ’90.  Una realtà importante sul territorio mantovano, ma che ben presto allarga la sua attività sia a livello nazionale che internazionale. La Compagnia realizza i suoi spettacoli e i suoi progetti, in particolare per i bambini e l’infanzia, ma svolge numerose attività in diversi campi dell’arte, rivolgendosi anche alla sfera degli adulti. Abbiamo quindi intervistato Dario Moretti, Direttore Artistico e creatore del Teatro all’Improvviso, che ha vissuto la nascita e l’evoluzione della cooperativa.

 

Partiamo dalle origini: come nasce il Teatro all’Improvviso?

Nasce da un’esigenza di promozione culturale dedicata al mondo dell’infanzia. Le nostre produzioni teatrali, gli atelier, i workshop, puntano alla ricerca di nuove forme d’espressione artistica in grado di coinvolgere, divertire, ma soprattutto sensibilizzare i più piccoli insieme a genitori e insegnanti. Il nostro obiettivo è proprio quello di stimolare la creatività dei bambini con storie nuove ed originali, ma che li sappiano anche spiazzare, lasciando qualcosa che rimanga impresso nella loro esperienza.

 

Perché è importante una realtà come la vostra?

Viviamo in un società che concentra gran parte delle sue energie sull’aspetto commerciale ed economico delle attività. Per noi invece questo è un aspetto solo secondario. Prima di tutto infatti vogliamo fare qualcosa che sia utile ai bambini, che non segua solo mode o tendenze. Vorremmo rappresentare un’alternativa al mondo “patinato” della televisione e dei centri commerciali, dei gonfiabili, dei giochi elettronici. Certo, non è un’impresa semplice poiché i bambini sono ormai molto coinvolti da queste nuove tendenze. Tuttavia noi continuiamo a lottare per mostrare un’alternativa al mondo che circonda l’infanzia. È una strada sicuramente in salita, ma noi continuiamo a percorrerla.

 

Suscitare l’attenzione di un bambino però non è facile, specie al giorno d’oggi. Qual è dunque il vostro segreto?

I bimbi si stufano facilmente se capiscono cosa stai per fare. La loro mente è attratta da cose nuove e che si muovono velocemente, come appunto fa la televisione. Se capiscono cos’hai in mente, se sei prevedibile, perdi la loro attenzione. Per porsi nei loro confronti occorre quindi sempre trovare qualcosa che li sappia stupire: se si aspettano di dipingere, io li farò correre e quando avrò dato loro in mano un pennello li farò dipingere nell’aria!

 

Ci sono spettacoli che a cui siete particolarmente legati?

Nel corso di questi anni abbiamo realizzato oltre 60 spettacoli che abbiamo poi portato in giro per il mondo. Tra i tanti, uno di questi ha riscontrato una particolare consenso di pubblico e di critica: “Le stagioni di Pallina”, diventato in seguito anche un libro edito da Panini Ragazzi. Si tratta di un lavoro che mescola pittura e narrazione. Da quanto lo abbiamo creato, nel 2002, abbiamo fatto oltre 2.000 repliche. Ancora oggi è richiesto e sarà presentato anche alla prossima edizione del FESTIVALETTERATURA di Mantova. Altro spettacolo a cui sono particolarmente legato è il nostro nuovo “Piccola ballata per Peu”, dove la pittura e la musica sono realizzate direttamente sul palco. Un prodotto di grande qualità adatto a tutto il pubblico.

 

La vostra è una realtà che funziona in maniera orizzontale, coinvolgendo più settori artistici quali la musica e la pittura. Perché questa scelta intersettoriale?

Amo molto sperimentare in ogni settore artistico. All’inizio lavoravamo con burattini tradizionali poi abbiamo cominciato a sperimentare nuovi materiali come gommapiuma, vetroresina, cuoio, lattice, cartapesta, finchè non abbiamo compreso che per fare un salto di qualità avremmo dovuto trovare qualcosa di originale, che coinvolgesse più forme artistiche. Quando per la prima volta vidi Il Circo di Alexander Calder, ebbi l’illuminazione e capii che oltre alla materia occorreva la leggerezza! In seguito la Compagnia ha proposto attività e spettacoli legati alla pittura e all’arte plastica, poi ancora con la musica dal vivo, il canto, la danza. Un lungo percorso che ci ha messo in contatto con i diversi linguaggi artistici e dove abbiamo sperimentato le nuove tecnologie disponibili. Siamo così riusciti a suscitare l’interesse dei bambini, rinnovando costantemente le nostre proposte. Tutto il nostro lavoro è rivolto ai bambini. Vogliamo consegnare loro un piccolo, ma percettibile e significativo, stimolo alla curiosità e  alla conoscenza.

 

Concludiamo con una domanda relativa a Mantova Capitale Italiana della Cultura 2016. Che cosa avete realizzato per l’occasione?

Ad Aprile abbiamo partecipato all’inaugurazione di Mantova 2016 con una performance di musica e pittura, ma con l’arrivo del periodo estivo abbiamo presentato un progetto speciale dal titolo “Secret Garden”. Abbiamo recuperato un ampio spazio di 5000 mq nel cuore di Mantova, un orto inutilizzato da oltre 20 anni, lo abbiamo riallestito con un percorso interattivo che accoglie il pubblico come una grande installazione sonora immersa nel verde. Volevamo qualcosa che per noi significasse rinascita dopo anni che sono stati difficili per tutti. Un omaggio alla Mantova che verrà!

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