L’Assemblea delle imprese culturali che si è tenuta giovedì 13 giugno a Palazzo Merulana è stato un momento importante per la comprensione della situazione italiana in un settore fondamentale. L'Alleanza Cooperative Italiane Turismo e Beni Culturali (che è stata tra i promotori dell’iniziativa) sottolinea alcuni elementi emersi dal dibattito e dai lavori.
Il primo riguarda l’immagine che emerge dalla ricerca presentata, quella di una Italia a tre velocità che presenta comunque segnali di vitalità e di mutamento. Infatti la ricerca rende evidente come accanto alla presenza di beni culturali sia necessaria la presenza di imprese di gestione e di valorizzazione. Dove infatti le imprese culturali sono presenti e attive, il livello e la qualità dei servizi migliora e anche la valorizzazione sostenibile dei beni culturali in relazione col territorio.
In particolare appare significativo il ruolo delle imprese cooperative che operano nel settore: esse infatti da un lato svolgono un lavoro pionieristico di apertura al mercato anche nelle aree interne e in quelle che hanno minore tradizione di valorizzazione anche se non certo minore presenza di beni. Dall’altro lato contribuiscono con un numero di addetti alto (con un lavoro stabile e qualificato) all’affermarsi e al consolidarsi dei luoghi di cultura più importanti per capacità attrattiva e qualità dei servizi.
All’Assemblea ha partecipato il Ministro dei Beni e della attività Culturali Bonisoli che ha parlato di una “alleanza tra chi si occupa dei compiti specifici del pubblico e una imprenditoria privata che vuole mettersi in gioco e valorizzare il nostro patrimonio. Una simile alleanza è utile al benessere del nostro Paese”.
Tra gli altri interventi da segnalare quello del presidente del comitato Economico Sociale dell’Unione europea, Luca Jahier, che ha sottolineato come la cultura sia il tema trasversale e unificante alla base delle “politiche europee che – ha detto – mettono al centro il tema della sostenibilità sociale e culturale per lo sviluppo” e Jahier ha apprezzato il partenariato pubblico privato.
Il Presidente della Commissione Cultura della Camera Luigi Gallo ha evidenziato il rilievo del nuovo patto educativo e l’attenzione posta nella Legge di Bilancio al benessere dei cittadini che include anche la cultura.
La vicepresidente della Commissione Cultura del Senato Michela Montevecchi ha sottolineato l’importanza del grande patrimonio di competenze che ha definito il nostro “patrimonio umano”.
La seconda conferenza delle imprese culturali si è chiusa con un bilancio positivo e con segnali di crescita. Ma anche segnalando problemi e criticità da affrontare: manca in una realtà culturale come quella italiana una infrastruttura gestionale diffusa che non può che nascere che dalla sperimentazione di modelli innovativi in cui tutti gli attori del territorio possano fare squadra, e dall’allineamento tra il mondo della formazione e quello delle imprese. Solo così si potrà valorizzare pienamente quel patrimonio umano di conoscenza, competenze e professionalità che altrimenti rischia di andare sprecato (come aveva sottolineato intervenendo anche Luca Bianchi, direttore della Svimez)
Per sintetizzare in una frase l’esito del dibattito oggi appare chiarissimo come quelli che si fanno per la cultura non possono più essere considerati dei costi, ma sono invece degli investimenti strategici.