Il 27 settembre prossimo si celebra in tutto il mondo la 36° Giornata Mondiale del Turismo. Un appuntamento, fissato nell'anniversario dell'adozione dello statuto dell'Organizzazione Mondiale del Turismo, voluto per riflettere sul tema. Ne abbiamo parlato con Fabrizio Pozzoli, Vice Presidente Nazionale di FederCultura Turismo Sport e Presidente di OITS Europa, la Sezione europea dell’organizzazione internazionale del Turismo Sociale.
Presidente, perché una giornata dedicata al Turismo?
A livello europeo, il turismo rappresenta la terza voce economica, questo evidenzia come il tema sia trasversale, come interessi tutti i Paesi Una giornata dedicata a livello internazionale aiuta a diffondere la consapevolezza dell’importanza del settore.
Dunque ci spieghi meglio, perché è importante avere una giornata dedicata al turismo? Quali sono le questioni su cui soffermarsi?
Metterei a fuoco due concetti. Il primo è legato ai contenuti. Credo ci sia bisogno, almeno una volta l'anno, di soffermarsi a pensare a un settore così vasto. Se un tema è importante, è bene tenere la memoria di quanto accade, porlo al centro della riflessione, anche per vedere quali sono le evoluzioni nel corso del tempo. Il secondo concetto è legato a un aspetto più generale. Dobbiamo essere onesti e dirci che le politiche del turismo sono molto indietro. Se è il terzo fattore economico d'Europa, allora varrebbe la pena di dedicare tempo a politiche ragionate, di prospettiva.
Oltre alla Giornata Internazionale, vi sono anche forum europei dedicati al tema, quali sono le questioni ricorrenti?
Intanto un pizzico di ironia. Il turismo è assimilabile al calcio: chiunque si sente l'allenatore della nazionale, chiunque pensa di poter tracciare una linea strategica nel turismo...In realtà occorre molta professionalità nel mondo di oggi per affrontare la sfida del turismo. Nei fatti il turismo è una delle filiere tra le più lunghe possibili, vale a dire che è difficile dire oggi che cosa non è turistico. Dunque dovrebbe essere il minimo comune denominatore in molti progetti, programmi. Un esempio? Creo un'azienda, se penso fin da subito che può rappresentare anche un'esperienza di conoscenza, dunque turistica, quella di rendere accessibile e visitabile una parte della mia produzione, ecco che io migliorerò il mio business e offrirò al tempo stesso alle persone un'occasione di turismo importante. Anche se il fenomeno turistico ha una valenza economica, non dobbiamo però sottovalutare né dimenticare la valenza sociale che esso ha. Se creo e miglioro le condizioni perché il turismo cresca, di fatto creo coesione. Questo è il valore aggiunto tangibile del turismo, un fattore che emerge in tutta Europa, che non è calcolabile economicamente ma che vale molto in termini di cittadinanza europea e mondiale. I forum e le conferenze dovrebbero aiutare anche a ragionare su questo, ed in parte lo fanno
Siamo alla 36° edizione. Come è cambiato il turismo nel corso di questi anni?
C'è stata un'evoluzione significativa, il turismo cambia continuamente. Oggi si va verso una presa di coscienza: il fattore turistico è un fattore di corresponsabilità tra più soggetti. Oggi si parla di accoglienza, sostenibilità, sharing economy, il turismo è diventato conoscenza, scoperta, esperienza di vita. E su questo la cooperazione turistica può dire molto, essendo per vocazione impresa fortemente legata al territorio, attenta allo sviluppo complessivo delle comunità locali.
E se guardiamo alla prossima edizione, lei quale tema vorrebbe vedere al centro del dibattito? Quale titolo possiamo proporre per il 2016?
Vorrei pensare a un titolo fuori dai soliti schemi: 'Turismo è armonia - La conciliazione degli opposti'. Sono stanco di vedere opposti che si scontrano su grandi temi. Ci sono punti di vista diversi, ma è venuto il tempo di non opporsi, di trovare un punto di accordo, e questo punto è l'armonia. Il turismo deve essere armonia. C'è bisogno di un territorio armonico, di esperienze armoniche, se vivi queste situazioni, ne hai un ricordo positivo. E' come una canzone in una lingua straniera che non comprendiamo, se ci affascina, ci colpisce, ci resta impressa, è perché ha saputo trasmetterci sensazioni positive, per noi era armonica. Ecco, credo che questo sia uno dei grandi desiderata per il turismo del futuro: un'armonia di territori, di luoghi, di esperienze per valorizzare al meglio questo fattore di coesione, di unione e di scoperta che è il turismo.