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Un cooperativa per il cinema, il teatro e la letteratura

Un cooperativa per il cinema, il teatro e la letteratura Intervista a Giancarlo Visitilli della Cooperativa “I bambini di Truffaut” di Bari

Categorie: Le nostre storie, Spettacolo Tags: I bambini di Truffaut,   Del racconto il film,   lettura,   cinema,   teatro,   cultura,   cinema impegnato,   festival,   rassegna cinema e letteratura

La cooperativa sociale “I bambini di Truffaut” opera da tredici anni in progetti sociali, dedicati cioè al sostegno e al recupero di soggetti svantaggiati seguiti dai Servizi Sociali, all’alfabetizzazione e formazione per gli stranieri e alla realizzazione di progetti di educazione all’immagine, teatro e cineforum con programmi adatti a tutte le età. La caratteristica che contraddistingue la cooperativa è quella di diffondere un messaggio filmico, teatrale e letterale, utilizzando una sensibilità particolare che si adatta bene al linguaggio dei più giovani. Dal 19 giugno 2015 è cominciata la nuova edizione del Festival “Del Racconto, il Film”, un progetto itinerante dislocato in molteplici città della Puglia, che si pone come ambizioso obiettivo quello di diffondere la buona cultura dello spettacolo a tema sociale e di alta qualità. Abbiamo posto alcune domande al Presidente della Cooperativa “I bambini di Truffaut”, Giancarlo Visitilli.

Come nasce l’idea della cooperativa “I bambini di Truffaut”?

Nasce otto anni fa quando, con un gruppo di ragazzi dei servizi sociali del quartiere San Paolo di Bari, ho messo insieme il progetto con l’obiettivo di offrire un servizio di formazione ed educazione culturale utilizzando l’arte come veicolo, nello specifico la letteratura, il cinema e il teatro. Attualmente seguiamo 50 minori, ma organizziamo anche laboratori per adulti e corsi per le scuole.

A chi si rivolge in particolare la vostra cooperativa?

Oltre ai giovanissimi ci rivolgiamo anche a persone adulte, stranieri e anziani. Poiché lavoriamo spesso a contatto con minori abbiamo sviluppato anche corsi formativi per insegnanti.

Perché scegliere una cooperativa?

Mi piaceva l’idea di ricreare un ambiente in cui chi ha vissuto e ha usufruito dei servizi della cooperazione sociale, potesse ritrovare quello che è stato il suo mondo. Noi lavoriamo a contatto con realtà difficili in cui spesso l’idea di famiglia e di amicizia manca completamente, ecco per me la cooperativa ha lo scopo di sopperire a tale mancanza.

A partire dal 19 giugno avete presentato la sesta edizione del Festival “Del Racconto, Il Film”. La nuova edizione si prolungherà fino al 29 agosto. Cosa può dirci a riguardo?

Si tratta di un Festival unico nel Sud Italia che si occupa di mettere in scena cinema e letteratura a tema sociale. Un argomento molto forte e non facile da diffondere specialmente nel periodo estivo. Scopo dell’iniziativa non è solo intrattenere il pubblico, ma anche e soprattutto offrire un momento di riflessione e di crescita anche per chi organizza. Vogliamo creare dei presidi culturali all’interno delle città che ci ospitano. Un’altra caratteristica fondamentale di questo festival infatti è quella di essere itinerante, si svolge cioè presso diversi comuni pugliesi, solitamente all’interno di un castello, altrimenti in spazi aperti, spesso simbolo di degrado o criminalità. Ogni anno scegliamo una località nuova, per quest’edizione abbiamo scelto Bari. In programma numerose anteprime nazionali e molti ospiti di rilievo che sviluppano spettacoli appositamente per l’occasione, nomi celebri come Tony Capuozzo, Edoardo Leo e Marcello Fois che hanno deciso di dedicarsi al nostro festival elaborando performance e incontri in grado di accendere i riflettori su problematiche sociali importanti. In questo senso diciamo che il nostro è un progetto ambizioso poiché cerca di portare al pubblico un tipo di cinema e letteratura impegnata e di alta qualità.  

Finora come sta andando questa edizione del Festival?

Abbiamo realizzato due appuntamenti dal 19 giugno e il pubblico di Bari ha risposto molto bene. Bisogna sempre considerare la difficoltà nel promuovere certi spettacoli a carattere sociale. I primi due spettacoli sono andati in scena in un quartiere noto per il tasso di criminalità, abbiamo perciò voluto dare spazio a “posti di cultura” anziché “posti di polizia”.  Anche per gli ospiti non è semplice creare dei programmi ad hoc per l’occasione, ma il nostro obiettivo è proprio quello richiedere impegno sia da parte di chi organizza sia da parte di chi osserva. 

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