Facciamo due chiacchiere con Mario Paffi della Cooperativa Viseras di Mamoiada che gestisce il Museo delle Maschere Mediterranee.
Mario, come e quando nasce questa idea?
L'idea nasce alla fine degli anni Novanta grazie alla felice intuizione dell'amministrazione comunale e dell'associazione turistica Pro Loco che hanno pensato che un museo che partisse dalle celebri maschere del carnevale mamoiadino, i Mamuthones e gli Issohadores, e che parlasse di maschere simili del bacino del Mediterraneo potesse essere il punto di svolta per la valorizzazione del nostro carnevale e per lo sviluppo definitivo del turismo culturale nel nostro territorio. L'amministrazione comunale allora, attraverso finanziamenti regionali, comunitari e avanzi di bilancio, riuscì nell'impresa di realizzare un museo (con costi di gestione minimi) "piccolo" ma con grandi contenuti e, attraverso una gara pubblica, lo affidò in gestione nel 2001 alla Cooperativa Viseras.
Come avete dato vita concretamente al Museo?
All'inizio non fu semplice, perché ci trovammo con un museo con una sala multimediale pronta, con le maschere della sezione sarda ma con nessuna maschera dell'area del Mediterraneo. Inoltre era assolutamente necessario reperire fondi per la gestione del museo stesso. Quindi iniziammo a prendere i contatti con altri musei-istituti di ricerca-università internazionali per avere altre maschere che arricchissero la collezione museale e preparammo un progetto per la gestione del museo da presentare in Regione per ottenere i finanziamenti per le spese del personale. Nel frattempo iniziammo a prendere contatti con le scuole sarde e con i tour operator per far arrivare turisti in una zona che fino ad allora aveva una vocazione turistica pressochè nulla. All'inizio non fu semplice, per due anni non ricevemmo un euro di finanziamento regionale ma iniziammo a creare un circuito legato alla cultura ed all'enogastronomia che riuscisse ad attirare flussi turistici e a creare un indotto importante nel territorio di Mamoiada.
Oggi come sta andando? Che riscontri avete?
Attualmente abbiamo un finanziamento regionale che copre una parte delle spese del personale impiegato nella gestione del sistema museale di Mamoiada. Gestiamo altri due musei, il Museo della Cultura e del Lavoro ed il Museo MATER. L’attuale allestimento rappresenta l’ultima tappa di un progetto ambizioso, che mira alla formazione di un circuito museale finalizzato alla valorizzazione del territorio, delle tradizioni locali e di tutta la filiera produttiva e artigianale.
Nel 2013 abbiamo staccato 18.000 biglietti che, considerato il fatto che stiamo parlando di un sistema museale che sta in un paesino di 2.500 abitanti nel cuore della Sardegna, e quindi al di fuori dei circuiti turistici più importanti, rappresentano un risultato estremamente significativo. Abbiamo attivato una sezione didattica in linea con quelle che sono le indicazioni Ministeriali oltre che Regionali: le proposte didattiche elaborate diventano un nuovo strumento per la comprensione e la visita del museo e del patrimonio culturale del paese; le attività si prefiggono di far vivere il museo in modo dinamico e divertente tramite un contatto diretto e sperimentale; i percorsi sono pensati per dare continuità e offrire approfondimenti e nuovi spunti al programma scolastico, al fine di raggiungere alcuni obiettivi educativi fondamentali in collaborazione con le istituzioni formative.
Ma l’aspetto di maggior rilievo dell’azione della cooperativa è l’attività di animazione del territorio.
In quest’ottica la Cooperativa Viseras ha creato una rete di relazioni tra i vari attori territoriali che si sta rivelando il vero punto di forza dello sviluppo locale e che comprende: un percorso guidato nei laboratori artigianali del paese; la visita alle sedi-museo delle associazioni culturali; la dimostrazione della lavorazione del pane carasau e l’aperitivo in cantina; il pranzo ed il pernottamento in una struttura ricettiva; la visita ai siti archeologici di Mamoiada, ai murales di Orgosolo ai musei di Nuoro. In questo scenario, l’immersione nell’identità e nel patrimonio di Mamoiada non si esaurisce con la visita al Museo, ma continua lungo un percorso che coinvolge in modo attivo il territorio ed i suoi abitanti.
Quali le maggiori difficoltà?
All'inizio la comunità di Mamoiada era scettica sulla bontà della scelta dell'amministrazione comunale di puntare sulla cultura per lo sviluppo locale. E' stato anche complicato far capire l'importanza del lavoro di rete e della qualità dei servizi offerti dal punto di vista turistico e culturale. Ma la difficoltà maggiore è senz'altro quella relativa ai contributi regionali per coprire le spese del personale impegnato nella gestione museale: vi è incertezza nei tempi di erogazione, con ritardi che creano moltissimi problemi nella gestione, e nella proroga degli stessi contributi che crea ansia e preoccupazione tra noi operatori culturali per la futura gestione dei beni culturali mortificando ogni progetto di ulteriore investimento nel medio lungo termine.
E quale la soddisfazione più grande?
La soddisfazione più grande è stata quando, recentemente, in occasione di un incontro dell'Alleanza delle Cooperative Italiane - settore cultura - a Roma il ministro Franceschini citò il modello di Mamoiada come esempio da replicare a livello nazionale per quanto riguarda la gestione museale.
Quelle parole sono state la gratificazione più grande che la nostra cooperativa potesse ricevere nei suoi tredici anni di attività.
Un sogno del cassetto?
Il mio sogno nel cassetto sarebbe riuscire a creare un meccanismo tale che consenta al sistema museale di Mamoiada di autosostenersi senza nessun contributo pubblico. Mi rendo conto che è pura utopia, perché non esiste al mondo museo che non si avvalga del sostegno pubblico; ma attualmente noi riceviamo solamente un contributo per coprire una parte del personale impegnata nei musei, assumiamo periodicamente collaboratori stagionali, e il sistema museale di Mamoiada non grava per niente nei bilanci comunali. E questo è già un bel risultato.
Il video della Cooperativa Viseras: "Raccontami la tua impresa"