Nata nel 2004 a Torino, la Piazza dei Mestieri è un luogo di educazione e di aggregazione per i giovani, in cui è possibile sperimentare un approccio positivo alla realtà: dall’apprendimento al lavoro, dal modo di usare il proprio tempo libero alla valorizzazione dei talenti di ciascuno.
Oltre a Torino, Piazza dei Mestieri è presente a Catania e sta per aprire anche a Milano.
Abbiamo fatto qualche domanda alla Vicepresidente Cristiana Poggio
1)Si parla molto di abbandono scolastico. La Piazza dei Mestieri è un progetto concreto perché incide realmente sulla lotta alla dispersione scolastica. Come è cambiata Piazza dei Mestieri in questi 15 anni?
Piazza dei Mestieri è nata nel 2004 quando ancora non si parlava di alternanza e quando ancora non si parlava molto di dispersione scolastica, che pure esisteva.
Noi abbiamo subito pensato che fosse essenziale fare una stretta alleanza tra mondo del lavoro e mondo della formazione e abbiamo promosso, già nel 2004, questa collaborazione facendo in modo che ciò che i nostri ragazzi imparavano nei vari settori ( ristorazione, benessere, grafica e informatica) diventasse produttivo. Man mano abbiamo aperto ristorante, bar, produciamo birra, cioccolato, pane e facciamo lavori di web agency. Ci siamo poi aperti a nuovi settori lavorativi; l’informatica 15 anni fa era molto diversa da quella di oggi, non si pensava che un ragazzo giovane (da noi arrivano ragazzi dai 14 ai 18 anni) potesse arrivare in tempi brevi a delle specializzazioni informatiche.
Strada facendo ci siamo resi conto che il fenomeno della dispersione scolastica e dell’abbandono era un problema multimedimensionale e che, come tale, andava affrontato. Ciò vuol dire non trascurare i rapporti familiari del ragazzo, vuol dire farsi carico anche delle problematiche della sua famiglia. Succede ad esempio che il ragazzo non vada a scuola perché la mamma è disoccupata o può essere depressa. Se non affrontiamo anche questi temi, la risposta alla dispersione scolastica sarà parziale o, peggio ancora, temporanea.
Attualmente stiamo affrontando anche il tema del divario digitale che coinvolge soprattutto i nonni. Abbiamo dei progetti di digital thinking che vedono i ragazzi insegnare ai nonni come utilizzare il digitale.
Abbiamo incrementato molto la parte degli eventi, con rassegne di musica jazz, incontri con personaggi dello spettacolo e teatro perché abbiamo capito sempre di più che la bellezza, che è ciò di cui hanno bisogno questi ragazzi per poter cambiare, la bellezza va vista, va comunicata .
2) Torino, poi Catania, adesso Milano. Cosa vi ha portato ad aprire Piazza dei Mestieri anche a Milano?
Volevamo verificare la trasferibilità del modello. Io ritengo che in Italia ci siano delle esperienze di cooperazione e di terzo settore molto spesso straordinarie, che rispondono ai bisogni, ma che spesso non sono strutturate soprattutto dal punto di vista di modello e dal punto di vista imprenditoriale. Sono fragili. Noi abbiamo voluto creare un modello abbastanza complesso con diverse attività e diversi soggetti ma con l’obiettivo di essere sostenibile, e abbiamo voluto testarlo. L’abbiamo fatto prima a Catania e adesso vogliamo aprire Piazza dei Mestieri anche a Milano, una città veloce e generosa che può anche dare grande visibilità. Come sempre, noi abbiamo bisogno che un territorio voglia Piazza dei Mestieri, perché l’educazione presuppone sempre un “noi”, non è mai un atto singolo, pertanto abbiamo dovuto aspettare che il territorio veramente ci chiedesse di essere presente lì e che ci desse una mano. Ciò è successo, abbiamo trovato tanti amici che ci stanno sostenendo, dalle istituzioni, alle fondazioni bancarie, agli imprenditori, ai singoli soggetti, e quindi abbiamo deciso di fare questo passo e aprire anche a Milano
3) Cosa vorrebbe dire alle persone perché scelgano di aiutare l’apertura della Piazza a Milano?
Noi abbiamo bisogno di un territorio e abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti, di chi può fare una donazione o un prestito o di chi può mettere a disposizione la sua professionalità o la sua impresa per assumere i ragazzi . La Piazza, come le piazze di una volta, in cui ci si incontrava anche con generazioni diverse, ha bisogno di questo insieme di persone. In questo momento particolare, subito dopo la pandemia, con la pesantezza del momento dovuto alla guerra, noi continuiamo ad aver bisogno, anzi più di prima, di scommettere sui giovani. Loro sono il futuro , noi adulti abbiamo bisogno dei giovani e delle loro energie e loro, a loro volta, hanno bisogno di adulti che dicano “ tu vali, tu puoi realizzare dei progetti, buttati nel mondo”. E allora se io dovessi scegliere, in questo momento, sosterrei tutte quelle realtà che lavorano sui giovani perchè sono il nostro futuro
Nel 2021 Piazza dei Mestieri ha coinvolto oltre 5.000 ragazzi, e li ha accompagnati in un percorso formativo e sostenuti nell’inserimento lavorativo. https://piazzadeimestieri.it/
E’ attiva la raccolta fondi per sostenere il progetto “Una piazza per Milano”, ognuno può dare il suo aiuto per combattere la dispersione scolastica e aiutare i soggetti più fragili https://www.forfunding.intesasanpaolo.com/DonationPlatform-ISP/nav/progetto/piazza-per-milano