«No a tagli indiscriminati di risorse del Fondo per il Pluralismo e l’innovazione dell’informazione, ma la proposta, al sottosegretario Crimi e al Governo, di avviare subito un Tavolo di confronto con tutte le categorie impegnate nella filiera editoriale dell’informazione per ricercare, a partire dalla Legislazione attuale, nuovi possibili miglioramenti sul terreno del rigore, della trasparenza e dell’’innovazione».
Per l’Alleanza delle Cooperative Italiane Comunicazione la legge sull’editoria, frutto di un lungo e spesso difficile confronto tra governo, Parlamento e parti sociali nella precedente legislatura ha certamente ancora molte cose da migliorare, ma rappresenta un primo punto fermo da cui partire.
In particolare, la nascita del Fondo per il pluralismo e l’innovazione dell’informazione si è accompagnata alla scelta di inasprire controlli e procedure di verifica sulle condizioni di accesso ai contributi e, nel contempo, a quella di limitarne la soglia massima, in cambio di una diversa certezza per le imprese giornalistiche di risorse, di tempi e modalità di erogazione dei contributi.
In questi anni, infatti, tante testate hanno dovuto chiudere anche per il fatto di non poter confidare su piani di sviluppo imprenditoriali che potessero avvalersi con qualche certezza della quota di contribuzione pubblica (di media attorno al 40% del totale delle attività) prevista dalla legge ma poi regolarmente dimezzata (ex post).
La nuova Legge ha, per ora, positivamente avviato un diverso meccanismo in grado di dare alle realtà cooperative e alle altre realtà non profit che abbiano legittimamente titolo di accesso al Fondo, una nuova opportunità di programmare con criteri di efficienza, efficacia e di valore sociale i propri piani industriali.
Pare, quindi, indispensabile ed urgente per Alleanza delle Cooperative Italiane Comunicazione poter avviare un confronto con il governo che si basi certo non sui “tagli improvvisi e unilaterali delle risorse”, che rappresenterebbero un fatto di assoluta gravità per il pluralismo nel Paese, ma su una nuova logica “comune” di investimento sul pluralismo dell’informazione.
Una diversa fase di approfondimento e proposta che potrebbe partire da un’ ulteriore verifica delle regole di accesso al Fondo, già molto selettive ma migliorabili, per accentuarne anche la massima trasparenza e una più forte capacità di rendicontazione sociale; ma che potrebbe anche essere rivolta al terreno dell’innovazione, delle piattaforme collaborative, di un nuovo rapporto di interazione con le community e con i territori ed aprire anche una riflessione sul terreno, complementare, della ricerca di nuove forme di sostegno alla domanda.
La richiesta, inoltre, di un comune impegno nel ricercare soluzioni in grado di creare un rapporto tra gli strumenti e gli incentivi verso ricerca, formazione, innovazione, per favorire l’opportunità di ampliare (e non di rischiare la chiusura di molte di quelle esistenti) le voci di testate, di carta e/o online, autenticamente libere e indipendenti che siano in grado di dare voce e protagonismo anche a tanti territori e comunità che ad oggi vivono questa mancanza di un’informazione indipendente.
In una situazione già particolarmente difficile per l’intera filiera editoriale e di fronte a fenomeni crescenti di concentrazione nazionale ed internazionale (in logica di più accentuata cross-medialità), risulta per l’Alleanza delle Cooperative Italiane Comunicazione sempre più evidente come non possa essere solo il mercato il regolatore in grado di garantire un effettivo pluralismo delle voci dell’informazione.
Alleanza delle Cooperative Comunicazione ritiene, infatti, che siano necessarie diverse politiche di sostegno, dirette ed indirette, connesse al pluralismo e alle politiche industriali che siano in grado di rivisitare gli attuali strumenti per renderli in grado di corrispondere a questi nuovi scenari di cambiamento a tutela della tenuta della filiera editoriale, di una più ampia pluralità di voci al suo interno e della sua qualità, ma anche a sostegno e tutela delle migliaia di lavoratori che in questa filiera sono quotidianamente impegnati.
Alleanza auspica, infine, che possa essere accolta dal governo e, dal sottosegretario Crimi, la richiesta di un confronto ravvicinato e costruttivo con le associazioni cooperative e delle altre realtà non profit.