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27 settembre, Tourism Day: il Turismo Responsabile

27 settembre, Tourism Day: il Turismo Responsabile

Intervista a Maurizio Davolio, presidente di AITR 

Categorie: Turismo Tags: turismo responsabile,   OITS,   AITR,   Maurizio Davolio,   Earth,   Tourism Day

L’Associazione Italiana Turismo Responsabile (AITR) nasce nel 1998 per promuovere il rispetto dei diritti delle comunità ospitanti, alla scoperta delle tradizioni e delle culture locali. Abbiamo intervistato il Presidente dell’AITR, al quale FederCultura Turismo Sport ha di recente aderito.

Maurizio Davolio ci ha illustrato le principali differenze tra il turismo ordinario e il turismo responsabile e ci ha spiegato perché dovremmo scegliere di viaggiare nel rispetto delle buone pratiche suggerite da AITR.

 

 

Presidente Davolio, ci può spiegare meglio cos'è il turismo responsabile?


Il Turismo Responsabile pone al centro l’interesse della comunità ospitante. Questo significa rispettare sia i diritti dei turisti sia quelli della popolazione. Chi viaggia con le nostre realtà riceve i medesimi servizi offerti dalle compagnie di viaggio, ma al tempo stesso deve imparare ad adattarsi e a rispettare i luoghi che visita Nella pratica i gruppi che partecipano ai nostri viaggi sono molto piccoli, 12 persone al massimo, proprio per consentire un percorso lento e approfondito alla ricerca delle radici e della vera essenza dei luoghi visitati. Insieme si viene a contatto diretto con gli abitanti, si conoscono gli stili di vita, le religioni, le attività culturali con un coinvolgimento di ristoranti, alberghi, servizi di trasporto e attività commerciali locali gestiti dalla popolazione. In questo modo favoriamo una crescita economica concreta dei territori. Nei nostri viaggi spesso proponiamo inoltre incontri con rappresentanti sociali, religiosi o culturali della comunità che aiutano il turista ad entrare veramente in contatto con le tradizioni locali. Quando si fa turismo responsabile, si acquisisce una conoscenza profonda e vera dei luoghi. 

 

AITR è nata nel 1998 in un'epoca in cui di Turismo Responsabile si parlava poco, cosa è cambiato da allora? 

C’è stata sicuramente una presa di coscienza da parte della comunità internazionale. Sono stati compiuti numerosi passi in avanti in questo senso, come la stesura della Carta Etica del Turismo, la realizzazione di programmi di viaggio sempre più ecosostenibili e responsabili. In generale, il mercato e una buona parte dell’industria turistica è diventato più attento al rispetto e alla sostenibilità locale. Tante compagnia di viaggio hanno adottato un sistema di buona pratiche, proponendo strutture alberghiere che puntano all’ecologia, all’attenzione per i lavoratori e così via. Noi come AITR abbiamo contribuito molto, ma tanti sono gli obiettivi da raggiungere e i miglioramenti che occorre ancora apportare.

Parliamo del Tourism Day, il tema di quest’anno è l'accessibilità. La sensibilità sul tema è molto aumentata negli ultimi anni, ma resta ancora molto da fare. Quali azioni lei ritiene sia utile promuovere?


Le problematiche maggiori per quanto riguarda l’accessibilità si hanno nei confronti delle istituzioni locali. In particolare se si guarda al patrimonio culturale e ambientale, più che al settore alberghiero, sono stati compiuti pochi sforzi per l’abbattimento delle barriere. Noi abbiamo una posizione in merito, ovvero, utilizzare il gettito proveniente dall’imposta di soggiorno per azioni a vantaggio della popolazione e degli ospiti, ad esempio con la costruzione di aree verdi, impianti sportivi, attività culturali adatte a tutti e soprattutto per abbattere le barriere. Per creare una società davvero al passo con i tempi dobbiamo avviare un processo naturale di coinvolgimento dell’intera popolazione. Parliamo quindi di strutture in grado non solo di ospitare diversamente abili, ma anche di assumerli come personale, offrendo loro la possibilità di essere parte attiva nel sistema economico produttivo locale. Scelte di questo genere rappresentano un ottimo biglietto da visita e garantirebbero un maggiore afflusso turistico. Certo, occorre essere aperti al cambiamento e disposti a investire su azioni non sempre facili, ma solo così potremmo davvero definirci una società moderna e all’avanguardia su più fronti.

 

La cooperazione è largamente diffusa tra i soci di AITR. Che ruolo hanno le cooperative nella diffusione della cultura e delle pratiche del turismo responsabile?


Il movimento cooperativo è stato promotore del turismo responsabile poiché tanti nostri valori sono di fatto parte del DNA della cooperazione stessa. La centralità della persona, la democrazia interna, il rispetto verso gli altri, l’attenzione per l’ambiente, la solidarietà… solo per citarne alcuni. Ancora oggi le cooperative svolgono un ruolo importante e sono socie della nostra associazione. Alcune offrono servizi di alta qualità etica come per la gestione dei beni turistici confiscati alla mafia, il turismo di comunità, l’educazione ambientale nelle scuole e molto altro. Nel concreto hanno un ruolo fondamentale ed è evidente la sintonia di ideali che guidano il nostro lavoro.

 

Può spiegarci che cos’è EARTH?


È una rete europea del Turismo Responsabile, una proiezione internazionale dell’AITR. Si contano 19 soci provenienti da 8 diversi paesi. Grazie a EARTH possiamo dare maggiore diffusione e visibilità al turismo responsabile, venendo a contatto con realtà importanti e le maggiori istituzioni dell’Unione Europea. La struttura con sede a Bruxelles fa capo alla cooperativa Diesis, partecipata di Confcooperative e Legacoop, e si sta apprestando ad una fusione con l’Organizzazione Internazionale del Turismo Sociale, il cui Presidente per l’Europa è Fabrizio Pozzoli della Cooperativa Betania (e Vice Presidente Nazionale di Federcultura Turismo Sport n.d.r.). L’OITS ha infatti deliberato un riposizionamento strategico che supera il concetto tradizionale di turismo sociale, ampliandolo con quelli di solidarietà e sostenibilità, che sono alla base della nostra filosofia.

 

 

Lei è stato da poco riconfermato Presidente. Cosa si aspetta per il futuro?


Ci aspettano tante sfide, ma a livello di associazione credo che la cosa più importante sia rafforzare la nostra struttura interna in modo da poter dialogare e offrire proposte adatte alle istituzioni, tra cui il Ministero dei Beni Culturali e del Turismo. In questi anni siamo cresciuti molto, abbiamo maggiore visibilità e abbiamo ampliato le relazioni esterne, tuttavia abbiamo a disposizione ancora poche risorse interne ed è su questo che dovremo concentrarci in futuro. 

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