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EDA Servizi, tradurre la cultura in esperienza

EDA Servizi, tradurre la cultura in esperienza Intervista a Francesca Caderni della cooperative Eda Servizi di Firenze

Categorie: Le nostre storie, Servizi culturali Tags: Eda Servizi,   biblioteche,   Firenze,   Libro della Vita,   Libri,   Libernauta,   media education

EDA Servizi è una cooperativa con sede a Firenze che da anni si occupa di gestione di archivi storici, biblioteche pubbliche e più in generale della promozione culturale sul territorio. Tra i loro clienti nomi importanti quali la Biblioteca delle Oblate, nel centro di Firenze, ma anche biblioteche grandi e piccole di centri vivaci e vitali quali Scandicci, Prato e molte province toscane. Da oltre un anno anche un rapporto molto proficuo con il Comune di Bergamo per la gestione delle biblioteche del Sistema Urbano. Eda collabora anche alla promozione e gestione di importanti rassegne quali il Libro della Vita e il concorso Libernauta.  La Presidente della Cooperativa, Francesca Caderni, è a capo di uno staff composto da più di 90 persone che lavorano sinergicamente per la crescita e lo sviluppo di idee all’interno dell’azienda.

 

Da dove nasce l’idea di fondare la cooperativa EDA?

L’idea nasce intorno al 2000 dall’esigenza di creare una realtà che si occupasse di welfare della cultura. EDA nasce infatti in seno ad un consorzio di cooperazione sociale CO&SO Firenze, in cui era maturata l’esigenza di far nascere una cooperativa che potesse affiancare ai servizi educativi e di cura, anche attività di promozione sociale e culturale in un’ottica di welfare globale. EDA risponde a queste esigenze fornendo un programma completo di gestione e promozione alle istituzioni culturali del territorio.  

 

Quali sono i vostri servizi? Come riuscite a far incontrare il mondo del digitale e quello del libro?

Abbiamo cominciato con un servizio di gestione di documenti e archivi storici. Adesso offriamo assistenza anche sul piano della comunicazione sia grafica che web, pianifichiamo eventi e iniziative culturali e trattiamo il libro in tutte le sue parti, dalla catalogazione fino alla promozione sul territorio. Far incontrare il mondo dell’editoria e quello digitale è una sfida tutt’ora aperta, si tratta di un percorso lungo e laborioso, ma con un fine unico che è quello della promozione della conoscenza in tutte le sue forme.

 

Sarete presenti al Salone del Libro di Torino 2016?

Sì, come visitatori. Ci sono molti temi che ci interessano da vicino, tanti convegni importanti a cui non possiamo mancare nonché nuove letture e nuovi autori che vorremmo seguire.

 

Qual è il segreto per saper fare squadra e lavorare in modo sinergico in un team come il vostro?

La parola d’ordine è responsabilità. Ognuno ha un proprio compito che condivide con il gruppo di lavoro e tutti insieme cerchiamo di essere una squadra per il benessere della cooperativa. Siamo un’organizzazione complessa ma non per questo rigida, ogni nucleo lavorativo sa autoregolarsi e porsi degli obiettivi e al tempo stesso è in grado di interagire con il resto del team. Al nostro interno utilizziamo poi deleghe che sono date a coordinatori di settore, in questo modo sappiamo distribuire il carico lavorativo dell’organizzazione. Oggi la biblioteca pubblica rappresenta un’istituzione molto importante che ha un  ruolo di promozione culturale, ma anche di coesione sociale. Avvertiamo forte la responsabilità che ci viene affidata da parte delle amministrazioni locali attraverso la gestione di queste strutture, che cerchiamo di gestire al meglio nell’ottica di un miglioramento continuo e sempre aggiornato dell’offerta.

 

Perché tenere dei corsi di media education nelle scuole? Come reagiscono gli studenti a questo tipo di insegnamento? 

È importante far comprendere ai giovani l’importanza dei media in qualità di mezzo non come fine ultimo. Sono dei canali attraverso cui si possono ottenere informazioni che però vanno sapute gestire e sfruttare in maniera attiva e non passiva. Il nostro obiettivo è quello di promuoverne l’utilizzo con la consapevolezza  dei benefici, ma al contempo dei rischi. Da parte delle giovani generazioni ovviamente c’è un grande interesse. Siamo riusciti a sviluppare un progetto intergenerazionale alla riscoperta del territorio in cui abbiamo coinvolto sia anziani che giovani. La grande potenzialità dei nuovi media è anche quella di riuscire a unire le generazioni.

 

C’è un progetto a cui vi sentite particolarmente legati?

Da una parte c’è questo progetto di corretto utilizzo dei media nelle scuole per essere MEDIAPOSITIVI, ovvero sapere impiegare la tecnologia per raccontare esperienze, eventi e storie, navigare sul web, reperire materiale e informazioni senza correre rischi. L’altro progetto a cui teniamo particolarmente è quello legato al ruolo delle biblioteche nella società contemporanea. Vogliamo realizzare una riflessione strutturata in merito per far comprendere l’importanza di un luogo dedicato alla lettura e alla cultura al giorno d’oggi.  

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