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Il modello dell’Educazione Cooperativa per le scuole italiane

Il modello dell’Educazione Cooperativa per le scuole italiane

Un progetto in cui spiccano i valori della cooperazione, del gruppo, della sostenibilità, della responsabilità comune

Categorie: Istruzione e formazione Tags: La Buona Scuola,   formazione,   Educazione Cooperativa,   scuola,   lavoro,   imprenditorialità,   ACS,   valori cooperativi

La riforma della scuola, nota come della “buona scuola”, si pone tra gli altri l’obiettivo di rendere l’istruzione italiana al passo con quella delle altre nazioni europee. L’Educazione Cooperativa risponde alle esigenze della buona scuola offrendo, nella forma dell’Associazione Cooperativa Scolastica (ACS), la possibilità a tutti gli istituti italiani di fornire ai giovani le competenze per il lavoro, oltre che un approfondimento particolare all’impresa cooperativa. Claudio Esposito è il Responsabile Ufficio Nazionale dell’Educazione Cooperativa di FederCultura e ci ha parlato nel dettaglio del progetto che sta portando avanti ormai da anni.

Prima di tutto che cos’è l’educazione cooperativa?

Per educazione cooperativa s’intende l’educazione ai valori, ai principi, alla conoscenza ed alla pratica cooperativa. Si tratta di utilizzare nell’impianto educativo una metodologia scolastica flessibile che può essere adottata da tutti gli istituti scolastici e caratterizzata da contenuti che variano in base all’indirizzo.

In che senso l’ACS costituisce l’impresa simulata per eccellenza?

L’ACS costruisce un’azione trasversale al percorso curriculare che mira a far mettere in gioco tutti gli allievi con l’utilizzazione delle regole dell’imprenditorialità cooperativa. Gli studenti che sono coinvolti nel modello educativo devono realizzare e portare a termine un “progetto di attività” con un obiettivo condiviso di cooperazione per l’intera durata dell’anno scolastico. Dovranno applicare il sistema gestionale e organizzativo della cooperazione fino al raggiungimento del risultato, come in un vera e propria impresa. Con l’ACS diamo ai giovani le competenze e li accompagniamo verso il lavoro.

Può farci qualche esempio?

Mi viene in mente un progetto portato a termine da una classe di geometri che hanno realizzato un nuovo collegamento sentieristico tra due valli in Trentino, il tutto nel pieno rispetto delle regole urbanistiche e paesaggistiche. Un altro esempio importante è stato quello che hanno condotto alcuni ragazzi per l’eliminazione di barriere architettoniche in un centro cittadino. I progetti ovviamente vanno sempre di pari passo con le esigenze del territorio a cui si riferiscono e richiedono poi una buona dose di fantasia e ingegno. In questo senso l’Associazione crea dei momenti di aggregazione e confronto molto stimolanti per ogni studente.

Che opportunità offre, dunque, l’Associazione Cooperativa Scolastica?

È un modello educativo che porta in sé quei valori della cooperazione e si propone di trasmettere agli studenti capacità e competenze trasversali molto importanti per la loro futura carriera lavorativa, quali il lavoro di gruppo, la leadership, la coesione sociale all’interno del team, la responsabilità sociale e molto altro. In questo senso l’educazione cooperativa è una delle risposte ai bisogni della “buona scuola”.

A febbraio si è tenuto l’incontro con i referenti dell’educazione cooperativa del Triveneto, di cosa si è discusso?

Abbiamo discusso come mettere a sistema le buone prassi della cooperazione in materia di proposte educative. Nel corso di questi ultimi anni infatti si sono sviluppate attività, proposte progettuali e iniziative che possono essere riutilizzate, nel sistema nazionale, mettendo in comune le variegate esperienze fatte in attuazione del protocollo sottoscritto con il MIUR, in fase di rinnovo in questi giorni. 

 

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