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Un teatro, tante storie!

Un teatro, tante storie! Intervista a Maria Rauzi del Teatro Telaio di Brescia.

Categorie: Le nostre storie, Spettacolo Tags: Teatro Telaio,   spettacoli per ragazzi,   Padre Kolbe,   Auschwitz,   Anna Frank,   Giorno della Memoria,   Ebrei,   Olocausto

Nato come associazione alla fine degli anni Settanta e trasformato in una cooperativa nel 1987, il Teatro Telaio si pone come obiettivo quello di creare spettacoli mirati al coinvolgimento di bambini, ragazzi e adulti. Offre quindi una proposta variegata, adatta ad un pubblico di tutte le età. Partiti come una piccola realtà nazionale, ora mettono in scena rappresentazioni anche oltreoceano. Per sapere la storia e i progetti di questa cooperativa abbiamo intervistato Maria Rauzi, Direttrice Organizzazione e Progetti.

Prima di tutto, come mai Teatro Telaio?
Quando è nata l’associazione i soci hanno scelto un nome che rappresentasse la loro volontà di tessere insieme le storie di tutti quelli che avrebbero incontrato in un unico disegno, una sorta di grande quadro con all’ interno le storie e le esperienze di tutti. L’idea è quella che le opere nascano “tessendo” tante idee ed apporti diversi.

 Com’è organizzata e a chi è rivolta la vostra attività teatrale?
Principalmente è rivolta al coinvolgimento dei più giovani, quindi bambini e adolescenti, ma offriamo anche programmi serali che si adattano anche al pubblico adulto. Siamo sia una compagnia di produzione, cioè che realizza gli spettacoli da mettere in scena, sia di programmazione, ossia che organizza eventi teatrali già prodotti. A breve partirà la seconda edizione di TAGS “Teatro serale per giovani adulti”, una programmazione di spettacoli per ragazzi che non sono più tanto piccoli per assistere ad un certo tipo di recitazione, ma non ancora abbastanza adulti per le rappresentazioni troppo classiche. E’ un tipo di programmazione innovativo e poco diffuso in Italia. L’anno scorso, alla prima edizione, abbiamo avuto un notevole seguito, e questo ci rende molto orgogliosi.

Parlando più in generale, secondo lei quanto è importante sperimentare l’esperienza della recitazione? 

Credo che il teatro sia un’interessante forma espressiva, tutti dovrebbero prima o poi sperimentarla. È un mezzo che aiuta ad accrescere le proprie capacità creative ed espressive. Ognuno di noi ha bisogno di spazi in cui essere libero di comunicare a sé stesso e agli altri, la recitazione è proprio questo. 

Si avvicina il Giorno della Memoria, la vostra compagnia ha organizzato due eventi per l’occasione, potrebbe dirci qualcosa a riguardo?
In programma abbiamo due spettacoli: “La radio e il filo spinato”, incentrato sulla figura di Padre Kolbe, che si apre ad un pubblico adolescente ed è molto interessante dal punto di vista sia storico che, ovviamente, umano; l’altra rappresentazione è quella prodotta da noi e si intitola “Anna Frank”, si tratta di un lavoro realizzato dall’ analisi del diario e che stiamo presentando in teatri di tutt’ Italia

Se dovesse indicare uno spettacolo che le è particolarmente a cuore?
Abbiamo realizzato due spettacoli che trovo molto interessanti, uno è “Following Iago”, in cui abbiamo utilizzato il linguaggio shakespeariano per parlare di storie umane che risultano in realtà sempre molto attuali. Questo spettacolo, in particolare, analizza la figura di Iago, in quanto cattivo, portando sulla scena i lati di un carattere che si avvicina molto al bullo moderno. Si comincia quindi una riflessione sulle relazioni tra gli adolescenti di oggi facendo riferimento a testi del passato. Un’altra rappresentazione a cui tengo molto è “Il sale della Terra”, nata grazie al nostro incontro con il salesiano Padre Antonio Polo.  Da trent’anni vive in Ecuador, dove ha costruito l’esperienza di “Salinas de Guaranda”: in una regione originariamente in mano a latifondisti ha creato un esempio di economia solidale attraverso la costituzione di un sistema di cooperative. Noi ne stiamo ricavando uno spettacolo per i più piccoli, ispirato alle atmosfere e ai prodotti di quella terra.

Quali sono i progetti che vi ponete per il futuro?
Sicuramente, quello di trovare una sede stabile. Ci piacerebbe uno spazio grande abbastanza per le nostre prove e che possa diventare un polo culturale di riferimento per la città.

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