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L’Isolachenonc’era: accompagnare il bambino nella crescita dall’asilo nido alla scuola primaria

L’Isolachenonc’era: accompagnare il bambino nella crescita dall’asilo nido alla scuola primaria Intervista a Iolanda Cerrone, della cooperativa L’isolachenonc’era  di Cosenza

Categorie: Le nostre storie, Istruzione e formazione Tags: istruzione,   scuola paritaria,   alternanza scuola lavoro,   Fondazione Reggio Children,   imprenditoria femminile,   Calabria,   #ioleggoperchè

Un centro costruito intorno alle necessità, ma soprattutto all’iniziativa stessa del bambino, affinché si possa attuare un percorso formativo, naturale e ricreativo dalla primissima infanzia fino alle elementari. Questo e molto altro è L’isolachenonc’era, cooperativa nata come ludoteca e asilo nido ma che è cresciuta nel tempo fino diventare scuola dell’infanzia e primaria paritaria. Iolanda Cerrone è la fondatrice di questa realtà, e insieme a lei abbiamo cercato di capire meglio cosa voglia dire oggi in Italia essere una cooperativa femminile dedicata alla formazione.

Innanzitutto come nasce la cooperativa L’Isolachenonc’era?

La nostra realtà nasce nel 2008 inizialmente come ludoteca, asilo nido, centro servizi per l’infanzia e laboratorio per bambini. In seguito ci arrivarono richieste per continuare a tenere i bambini nel loro percorso di crescita, da lì l’idea di fondare una scuola dell’infanzia e primaria. Il nostro è un centro che si è sviluppato seguendo le richieste dei genitori sia dal punto di vista dell’offerta formativa sia a livello di spazi, ora siamo una scuola di 1000 mq disposti su due piani. Oltre alle normali attività scolastiche, ospitiamo tirocinanti dell’Università della Calabria e siamo sede di tirocinio per progetti di alternanza scuola lavoro per il Liceo Pedagogico di Cosenza, offriamo servizi di doposcuola, corsi di lingue, percorsi ludico motori.  Mettiamo a disposizione altri servizi per il trasporto degli alunni, per l’accompagnamento ai corsi sportivi e, inoltre, teniamo corsi di formazione per insegnanti ed educatori.

Il vostro sistema educativo si ispira al Reggio Children Approach, di che cosa si tratta? Quali sono le differenze con il vostro metodo?

Da dieci anni ormai abbiamo avviato un partenariato con la Fondazione Reggio Children e adottiamo la loro filosofia di insegnamento. Una volta l’anno inoltre ci rechiamo a Reggio Emilia con gli insegnanti per i corsi di formazione per tenerci sempre aggiornati. Il metodo si differenzia a seconda del tessuto sociale e della storia locale in cui viene adottato, tenendo però sempre conto degli obiettivi comuni ovvero la centralità del bambino, lo sviluppo del suo pensiero critico, l’autonomia e la partecipazione delle famiglie alla sua crescita. Tali concetti sono applicati alla nostra realtà con riscontri molto positivi. Anche a livello di immagine la nostra scuola ne beneficia poiché si distingue dalle altre per progetti e attività, alla cui base vi sono sempre i ragionamenti e le idee dei bambini attraverso i loro 100 linguaggi.

L’Isolachenonc’era si contraddistingue anche per l’insegnamento bilingue. Perché è così importante dare ai bambini la possibilità di apprendere l’inglese?

All’interno di ogni sezioni abbiamo un insegnante madrelingua che durante la sua ora si esprime esclusivamente in inglese. I bambini grazie a questo approccio iniziano a familiarizzare con il suono, aiutati ovviamente anche dal linguaggio del corpo. La comprensione tramite canzoni, giochi e filastrocche diventa così più semplice e naturale. L’apprendimento è poi differenziato a seconda delle età: nella scuola primaria si tratta di 6/7 ore alla settimana che permettono di costruire il rapporto con l’inglese tramite discipline specifiche, come geografia o l’arte, direttamente in lingua. Infine, i nostri alunni possono concludere questo percorso grazie al Trinity College London per ottenere le certificazioni in inglese di cui siamo centro riconosciuto. Un progetto interessante che stiamo sviluppando legato all’inglese, ma anche allo spagnolo, è quello della traduzione dei nostri e-book sulle favole scritte e illustrate dai bambini. 

La vostra è una realtà a componente prevalentemente femminile. All’interno del settore dell’insegnamento, questo fattore può fare la differenza?

Avere un corpo insegnanti composto più da donne che da uomini è abbastanza comune in realtà. Questo garantisce sicuramente una maggiore facilità di confronto con i genitori e soprattutto contribuisce a creare un ambiente sereno, accogliente e familiare. Nella nostra scuola tante dipendenti mamme usufruiscono dei nostri servizi con agevolazioni per i propri figli e questo permette sicuramente di conciliare la vita lavorativa con la vita personale con più serenità.

Che cosa vuol dire essere un’imprenditrice al Sud Italia oggi?

Non nascondo che è difficilissimo conciliare ogni aspetto. Il segreto è essere fortemente motivati, avere tanta passione e tanta energia da condividere con tutti. Questo è anche uno dei vantaggi per cui abbiamo scelto di essere una cooperativa, cioè per avere la possibilità di mettere insieme diverse visioni e idee. Ogni giorno abbiamo così obiettivi nuovi e originali da poter raggiungere.

Quali iniziative vorreste veder realizzate nel prossimo futuro?

Oltre al progetto Liscolachenonc’era 2.0 per la realizzazione di e-book da parte dei nostri bimbi, ogni anno partecipiamo al progetto nazionale #ioleggoperchè grazie al quale arricchiamo le nostre biblioteche di classe e sezione. Ci piacerebbe per i prossimi mesi attivare alcuni percorsi per la genitorialità, per poter venire sempre più incontro alle necessità delle famiglie, nonché alcuni progetti legati alle problematiche dell’apprendimento per alunni in difficoltà. A tal proposito abbiamo avviato piani d’intervento che vedono coinvolti gli specialisti e gli insegnanti in percorsi individualizzati di apprendimento volti a favorire l’inclusione scolastica.

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